Purtroppo questo è un periodo storico nel quale non è semplice appassionarsi alla politica.

Farsi un’opinione non è solo complicato, ma sembra quasi inutile.

Perché dovrei preferire un partito piuttosto che un altro? Se dovessimo basarci su quello che dicono i rispettivi segretari, li voterei (quasi) tutti: meno tasse, più uguaglianza, più aiuti per i giovani, maggiore sicurezza, incentivi, pensioni e chi più ne ha più ne metta. 

Abbiamo troppe informazioni generiche, troppi slogan, ma ben poca sostanza. Per esempio:

- “Ridurre le tasse”: promessa che va fortissimo di questi tempi. La riduzione delle tasse è un proposito molto floreale e nei programmi TV è utilizzato fondamentalmente per attrarre elettori. Giustamente, non tutti sono laureati in economia e quindi una frase del genere può essere sufficiente: “riduzione delle tasse”, chiaro, limpido, lo voto. La questione, mi vergogno a dirlo, è giusto un po’ più complessa.

- “Rispediamo gli immigrati a casa loro”, ammesso e non concesso che sia una politica valida, è una promessa che denota una bassissima conoscenza della “burocrazia internazionale”. Inoltre, oltre ad essere una promessa strampalata, contribuisce a consolidare la discriminazione ed a rallentare la già tortuosa strada verso l’integrazione. Con che Paesi si dovrebbero fare i fantomatici accordi per limitare l’afflusso di migranti? Solo con Libia e Tunisia perché si affacciano sul mare? I migranti provengono da tutta l’Africa ed anzi, da tutto il Mondo. In Italia, una persona senza documenti o senza permesso di soggiorno segue un iter che conduce al cosiddetto “accompagnamento alla frontiera”* (le nostre frontiere sono le Alpi e il Mar Mediterraneo). Non possiamo buttare in mare PERSONE e non troveremo mai uno Stato disposto a riprendersele. E se li caricassimo in una barca e li spedissimo nel Mediterraneo? Avremmo tutto il mondo contro. Ma perché allora dall’Africa partono barconi interi di migranti e nessuno dice nulla? Perché da lì partono spontaneamente, non è lo Stato che li espelle e bla bla bla…

Ora, non sono un esperto di politica internazionale né tanto meno so come funzionino le ambasciate, ma in queste poche righe, seppur sintetiche, credo sia evidente la complessità dell’argomento e quando sento frasi come “rispediamoli a casa loro” (RE: ammesso e non concesso che sia una politica valida) non ho alcun dubbio: cambio canale.

Ci sono molti più modi di ottenere informazioni rispetto al passato e questo è un bene, ma le notizie rimbalzano di portale in portale, di sito in sito, da programmi TV a radio e giornali.

È un po’ come il gioco del telefono senza fili, in cui il primo sussurrava la parola “caramella” e spesso all’ultimo arrivava “Lisbona”.

È meglio quindi andare sempre alla fonte e non accontentarsi dei distributori.

Per dare un senso alle mie parole ecco il link del mio post con l’elenco di tutti i programmi politici dei partiti candidati alle elezioni del 4 marzo 2018.

Buona informazione a tutti.

Elezioni politiche 2018: tutti i programmi

* DECRETO LEGISLATIVO 25 luglio 1998, n. 286