Poco tempo fa ho assistito ad una scena penosa. Un DJ molto famoso a livello italiano stava “suonando” ad una festa e, per i primi 10 minuti, tutti i ragazzi e le ragazze erano impalati sotto il palco a fissarlo. Senza ballare. Il movimento più scatenato, dalla cinta in giù, era tenere il tempo col piede, mentre dal bacino in su la folla si divideva in due grandi categorie: il 29% a braccia conserte e il 70% smartphonizza lo sparaflashante lavoro del DJ (il Disc Jockey in questione premeva play, batteva le mani, ascoltava il brano seguente in cuffia, NON lo metteva a tempo, abbassava il volume, cue e play sul brano successivo).
E qui avviene il fatto.
Il DJ, scioccato dalla pochezza del pubblico, decide di prendere in mano la situazione e con la sua bella voce graffiata accende il microfono e dice: “Dai ragazzi! Scioglietevi un po’! Non dovete guardare me, dovete ballare! Io metto la musica per quello!”
Mi sono vergognato di essere tra il pubblico.
In un battibaleno sono spariti gli smarthphoneS, la gente ha iniziato ad ancheggiare, a pogare, a ballare!
Effettivamente era difficile da capire il contorto concetto: [ C’è musica: ballo ]
Noi, generazione di Ph, la pensiamo diversamente: [ C’è un DJ famoso: gli faccio un servizio fotografico. Gratis ]
TUUUUUUU che vai ai concerti e filmi il live guardandolo dallo smartphone. Sei un Decerebrato. Sai che i tuoi occhi hanno una risoluzione maggiore dei 16 Megapixel della tua fotocamera?
Perche andiamo ai concerti? Per ballare, cantare o pogare. Per sentire dal vivo ciò che cantiamo a squarcia gola in camera.
Probabilmente è più bello DIRE di esserci stato che Esserci stato.